Lepaca Kliffoth

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The hating girl, copertina del primo volume (scanlation)

Tipo: Manga

Titolo italiano:

Casa editrice:

Genere: Commedia

Autore: Rokunishi Koji

Volumi: 5

Gruppo scanlation: Zombie

Asumi è una ragazza molto particolare; così particolare che non può nasconderlo…

Asumi

Asumi. Non può nasconderlo.

Sarà stato un incidente? Uno scherzo degli dei? Un tiro ad effetto? Non importa, il risultato è quello che vedete qua sopra. Una ragazza fondamentalmente diversa da tutti gli altri, che addirittura potrebbe essere considerata pericolosa (quella punta sembra affilata…), una che è meglio lasciar perdere, ignorare. Asumi stessa sembra soddisfatta standosene in disparte, magari su una panchina a leggere un libro in un punto tranquillo della scuola; ma soltanto finché un nuovo compagno di classe non arriva a sconvolgere tutto quanto, spingendola a combattere la situazione nella quale si trova.

Il manga segue (a colpi di storie brevi di una decina di pagine ciascuna) la lotta di Asumi per emergere dal cantuccio buio nel quale è stata spinta da una società intollerante verso chi è diverso. Il tema di per sé non è assolutamente originale ed il suo sviluppo tutt’altro che eccellente; l’autore, Rokunishi Koji, si è semplicemente rifiutato di prenderlo troppo sul serio.

Ora lo prende sul serio.

Ora no.

Stranamente l’autore si è invece concentrato per gran parte del manga sulle tante piccole incomprensioni che punteggiano la comunicazione tra Asumi e il suo nuovo compagno Yamada mentre cercano di superare le diversità che hanno in quanto persone appartenenti a due gruppi diversi – i normali e gli anormali – e le diversità naturali tra uomo e donna. Pagine intere sono riempite unicamente dai pensieri dei due personaggi, che mostrano quanto distanti siano in realtà dal capirsi l’un l’altro e come rimuginando non facciano altro che allontanarsi ulteriormente, ovviamente il tutto ingigantito usando le tecniche tipiche della commedia. Devo dire che quelle sono probabilmente le parti che i lettori troveranno più divertenti, piene di doppi sensi alla giapponese e particolarmente paradossali. Sono anche le parti che distinguono di più questo manga da tutti gli altri.

Per quanto preparare il terreno per lo sviluppo di un tema ben preciso (la paura/diffidenza di chi è diverso) ed usarlo per svilupparne un altro sia senz’altro una pessima decisione, la natura scherzosa del manga lo salva da giudizi troppo severi. Sarebbe sciocco prenderlo troppo sul serio quando neanche l’autore sembra crederci molto.

The hating girl si sviluppa quindi scherzando, passando dal simpatico al ridicolo all’assurdo, da trovate geniali a cadute di stile quasi tragiche in un minestrone tenuto insieme solo dal progredire della relazione tra i due protagonisti. La disparità dei toni è quasi una patologia eppure funziona: ad Asumi ci si affeziona molto facilmente, sia per i suoi tic, che la rendono diversa da qualunque altro personaggio, sia per la sua ingenuità. Tutto il resto se ne va come arriva, una risata veloce e via, e va bene così.

Quella che state guardando è la descrizione di un’immagine. Smettete di guardarla e guardate l’immagine.

Dato che The hating girl è il tipo di manga che può essere messo giù e ripreso dopo un mese senza problemi, lo consiglio a chi abbia bisogno di qualcosa di leggero e simpatico per riempire un po’ di tempo libero. Non aspettatevi un capolavoro e ricordate che non ha molte pretese.