Dany

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Titolo Originale: The Day the Earth Stood Still**

Genere: Fantascienza

Anno: 2008

Durata: 103′
Nazione: U.S.A.
Regia: Scott Derrickson

Sito Ufficiale: ****http://www.thedaytheearthstoodstillmovie.com/

Cast: Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Kathy Bates, John Cleese, Jaden Smith, Aaron Douglas, Lorena Gale, Roger R. Cross
Produzione:** Earth Canada Productions, Twentieth Century-Fox Film Corporation

Distribuzione: 20th Century Fox

Ultimatum alla Terra è il remake dell’omonimo film cult di fantascienza degli Anni ’50, tratto dal romanzo di Harry Bates, è conosciuto ai più per essere stato uno tra i primi classici fantascientifici in tema di alieni.

Il remake, firmato da Scott Derrickson, non ha l’impronta della classica operazione di marketing, ma si dimostra vera e propria ammodernamento della pellicola con l’evoluzione a temi chiave nell’attualità e a situazioni realistiche.

L’astronave di Klaatu che atterra

Dobbiamo ricordare che nell’originale, già modificato rispetto al romanzo base, la trama si evolveva dall’atterragio di un enorme disco volante in Central Park, dal quale esce un piccolo alieno, Klaatu, che rivolge il suo ultimatum alla terra, secondo cui se le potenze della terra non avessero posto la parola fine alla Guerra (la storia di quegli anni è caratterizzata da una atroce guerra fredda combattuta tra l’America e la Russia), la Confederazione Galattica avrebbe distrutto il pianeta.

Le tematiche, per quel periodo, erano forti, si componeva una _denuncia sociale_ veramente grande, immaginando che la Guerra Fredda di quegl’anni si sarebbe potuta espandere, fantascientificamente parlando, ai pianeti delle galassie vicine, minando la pace dell’Universo conosciuto.

Interrogatorio all’alieno

Derrickson ha modernizzato il tutto, apportando vigorose modifiche allo storico copione. Prima cosa ha dato un tocco di colore alla pellicola, dal bianco e nero anni ’50 si è passati ad un’ultra tecnologia cinematografica d’avanguardia fatta di sfumature blu-verdi e grafica virtuale ottimizzata al massimo (Weta Digital Power!). In rilievo fin da subito è l’avanzamento tecnologico extra-terrestre, presentandoci creature dall’aspetto sconosciuto e dai poteri sovrannaturali, capaci di controllare qualunque cosa intorno a loro: dagli umani, agli oggetti fino anche ai meccanismi elettronici.

In secondo piano, ma comunque abbastanza emergente, viene messa la stereotipicità della politica Americana, sempre pronta a erigersi come fulcro del mondo e capace di scongiurare gli imminenti pericoli con la smisurata potenza militare che possiede, senza mai cercare di aprire un dialogo.

Una grande denuncia sociale, quindi, inserita in un film che vuole narrare una probabile (nostra) Fine, ricalcando un già sfruttato dualismo tra la minuscola intraprendenza umana e lo sconfinato potere dell’Universo, trasformando una pellicola dalle caratteristiche fantascientifiche in uno visto e rivisto film apocalittico, venendone fuori con un risultato abbastanza povero e scarso.

L’evasione di Klaatu

Analizzando la trama possiamo trovare analogie con l’originale di Robert Wise solamente nella parte iniziale.

Una grande astronave atterra a Central Park e sotto gli occhi di tutti appare un alieno dalle fattezze umano il cui particolare nome è Klaatu (Keanu Reeves – La notte non aspetta, Matrix), il quale, pochi istanti dopo il suo atterraggio, riceve un proiettile di benvenuto nel petto.

L’Esercito, a questo punto, decide di portarlo in una base governativa per poterlo curare e avere modo di studiarne la provenienza e le eventuali intenzioni.

L’alieno, recuperato rapidamente dalla ferita, spiega che i suoi intenti non sono malvagi, ma ha bisogno di parlare con i più importanti Capi delle Nazioni del Mondo per scongiurare una crisi globale.

Il Segretario di Stato (Kathy Bates – La Bussola d’Oro, Misery) in rappresentanza del Presidente e in puro stile Americano, decide di non dare possibilità di parola a Klaatu, ordinando ai suoi soldati di sedarlo e procedere con un interrogatorio forzato per scoprire le sue reali intenzioni.

Jennifer Connelly e Jaden Smith

Il prigioniero, irritato dall’atto di forza commesso su di lui, capisce quale sia l’attuale livello della civiltà umana e, trovando nell’estinzione della razza umana l’unico modo per salvare la Terra, fugge dalla base, spacciandosi per un comune cittadino.
Helen Benson (Jennifer Connelly), famosa studiosa dell’universo e dei pianeti, aiuta nella fuga l’alieno allo scopo di tentare l’apertura di un dialogo pacifico su quelli  che sono gli obbiettivi primari dell’essere.
L’extraterrestre, dopo un’iniziale insofferenza verso le richieste dell’umana e senza presentare neanche una minima e adeguata giustificazione per le crudeli intenzioni, comincia a riflettere sulla razza terrestre, cercando di capirne lo stile di vita e in che modo il pianeta fosse arrivato ad un degrado tale.
Tutto ciò è derivante da due incontri cardine per Klaatu, inizialmente in uno piccolo fast food sull’autostrada spartirà i propri pensieri e le proprie opinioni con un altro alieno inserito nel pianeta da diversi anni, risultando veramente sorpreso dalle ottime impressioni e dalle notevoli informazioni raccolte dal compagno. 
In un secondo momento, per merito di Helen, l’esecutore incontrerà il dottor Barnhardt (John Cleese) con il quale condividerà il proprio pensiero e un profondo esame della situazione terrestre, confrontandola con il passato della propria razza.
Klaatu finalmente vuol far capire che tutta la violenza e tutte le guerre stanno mano a mano distruggendo il pianeta, facendolo soffrire dall’interno e predestinandone la vita. La confederazione dei pianeti, organizzazione spaziale che domina e controlla tutte le stelle in quella parte di Universo, è dell’idea che non è ammissibile la perdita di un pianeta di notevole importanza come la Terra, trovando nell’anniettamento della razza umana, l’unico modo per riuscire a farlo sopravvivere all‘attuale degradazione.
L'inizio della fine
Grazie all’aiuto dell’inteligenza dei pensieri del dottore e sopratutto per merito delle azioni compiute dai protagonisti, Klaatu capisce che la razza umana ha forse una _possibilità di cambiamento_, constatando il potere di una civiltà di risollevarsi ad un passo dal baratro. In questo modo viene scongiurato il pericolo di estinzione, fermata per mano dell’esecutore stesso nel momento in cui si stava consumando, donando una opaca luce di speranza al popolo umano. Una rivistazione cinematografica abbastanza **deludente**, paragonata all’originale, che lascia sicuramente il segno in una coscienza umana ottimamente dipinta nella pellicola.  Una denuncia sociale veramente grande che domina tutta la durata del lungometraggio, rendendolo assai lento e un po’ insipido. In realtà non sappiamo come Derrickson riesca a colpire il pubblico con le sue tematiche, probabilmente lo fa sfruttando paesaggi e ambientazioni puramente ispirati a **Indipendence Day** e portandoci a riflettere su quanto potrebbe avvenire alla nostra civiltà. Il grande quantitativo di attori conosciuti non aiuta molto il risultato finale, dimostrandosi veramente sottotono e di importanza veramente _marginale_. Reeves non riesce a superare la sua oramai famosa **inespressività**, ricalcando molto il ruolo Matrixiano; un Jaden Smith ([La Ricerca della Felicità][3]) non troppo sicuro nei panni del bambino orfano e pieno di rancore, dimostrando la sua giovane età; unica emergente la Connelly ([Blood Diamond][4]) che riesce nel bene e nel male a trasmettere qualche parvenza di emotività. Un film da vedere per passare una serata diversa o per placare la curiosità sull’_evoluzione extraterrestre_, anche se sicuramente non è artefice di una buona prestazione dimostrandosi non al livello di altre pellicole del genere fantascientifico, oramai trattato in ogni minima sua parte.   **Voti** * **Effetti visivi** : 8 * **Regia** : 7 * **Audio** : 6 * **Storia** : 5.5 * **Character** : 5 * **Apprezzamento Personale (A.P.)** : 6- * **Voto complessivo** : 6-