morgana133

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Nel nostro mondo artificiale e frenetico che si ciba di oggetti, immagini e persone, è emersa una nuova tendenza che tenta di restaurare buon gusto ed eleganza. La cultura del neodandyismo tenta di fare della vita un’opera d’arte o almeno di riportare la cultura negli aspetti più quotidiani della vita come il cibo, la casa, l’abito.

Forse sulla scia della prossima uscita del Ritratto di Dorian Gray, molti stilisti hanno presentato collezioni ispirate alla figura del dandy, in quanto simbolo di raffinatezza e di unicità, perché, sì, il dandy vuole essere unico e speciale in un mondo di omologazione. Il rischio di questa proliferazione  di dandy da passerella è far diventare questa tendenza, nata per distinguersi, un fenomeno di massa vanificando il suo significato più profondo. Nonostante l’eleganza non si possa comprare, quando le griffe, da DSquared a McQueen passando per D&G, propongono per la nuova stagione un uomo-dandy, raffinato e malinconico, da qui a trovarlo da Zara a €49,90 il passo è breve. L’essenza del neodandy non sta in una camicia con alamari o in una giacca da camera come in D&G e nemmeno nell’orologio da taschino di DSquared, ma è qualcosa di più profondo che risiede proprio nel modo di guardare e affrontare la vita.

Il neodandy, fortunatamente, non è solo un fenomeno da passerella, ma si estende anche alla vita quotidiana. Esistono, infatti, strane creature di sesso maschile e, tengo a sottolinearlo, non gay, che non strepitano davanti alla televisione la domenica, ma che, anzi, preferiscono una mostra o un libro, apprezzano la buona cucina e amano curarsi non disdegnando un abito bespoke e scarpe su misura. Abiti su misura, apprezzati per stoffa e taglio. Niente etichette, niente loghi. Quella del neodandy è un’eleganza che non si urla, ma si sussurra.