Andrea (sdl)

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soffocare

Torna nuovamente Chuck Palahniuk con una nuova storia di persone invisibili. Quelle che ci passano accanto e che non notiamo, storie di elementi di cui nessuno parla mai, i poveri, i reietti, gli abbandonati.

Se nello splendido (e quantomai inquietante) Fight Club è la rivincita sociale il filo conduttore di tutto il libro, qui invece non si respira l’aria rivoluzionaria di Tyler Durden o dell’innominato protagonista. Qui il semplicissimo (ed altrettanto contorto) Victor Mancini, con le sue malattie, le dipendenze, ed i problemi, la fa da padrone. Ed è una lotta contro se stessi quella che Palahniuk tenta di evidenziare con la sua scrittura forte. La lotta contro le dipendenze che poi, infine, possono rivelarsi una salvezza, l’opposizione alla società qui non avviene mediante una lotta diretta con il mondo, ma interiormente, con traumi e drammi che dall’esterno si riescono ad intravedere solo quando sono tragicamente evidenti.

Ed è in mano a Victor Mancini quindi tutto il libro, che in qualche modo rappresenta il suo stesso diario. E soffocare, il titolo del libro, è infatti una delle sue più comuni attività per guadagnarsi da vivere. Generalmente in un ristorante, Victor ingurgita qualcosa di troppo grosso, rischiando tutte le volte di morire. Ma per doppia fortuna sua c’è sempre qualcuno che lo salva e che, con questo gesto, gli si sentirà debitore perché grazie a lui ora si sente una persona migliore.

Questo continuo soffocare gli permette di avere tanti ammiratori che sono ben lieti di aiutarlo. Anche perché la sua vita è tutt’altro che facile, a partire dal rapporto conflittuale con la madre, un personaggio rivoluzionario che sembra conoscere tanti lati della società ma che immancabilmente passa da pazza. Oppure che dire della sua sessodipenzenza? Ogni sessodipendente deve affrontare e superare dodici fasi prima di poter uscire dalla dipendenza. Victor è fermo alla fase quattro, quella di rievocazione dei ricordi.

Soffocare, come fight club, nasconde un nichilismo quasi eccessivo, ma che non cerca mai di essere fine a se stesso. In tutto il libro c’è la voglia di vivere nascosta dentro ad ogni atto che può sembrare assurdo o scellerato. Ci sono sentimenti che non vanno travisati, c’è davvero tanta umanità nonostante lo stesso autore tenti di rendere il tutto tremendamente disperato. Ed il finale infatti è il compimento esatto di questa teoria. Si può ottenere una distruzione ricolma di speranza? Beh, dopo aver letto questo libro direi di si.

L’intero libro è scritto magistralmente, e fa saggio uso di dettagli per caratterizzare e rendere “speciale” il protagonista. Le ripetizioni di frasi ad effetto funzionano perfettamente sul lettore, e sebbene sia un libro molto commerciale ha molto da dire.

Un libro che si consiglia a tutti quelli che vogliono provare qualcosa di forte e che non cercano eroi od antieroi in un libro, ma solo persone normali con problemi tutt’altro che tali.

Storia: 8

Character: 8 12

A.P.: 8

Voto Complessivo: 8

Andrea (sdl)