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Anno: 2009

Nazione: Regno Unito, Francia

Genere: Drammatico, Storico

Durata: 119′

Regia: Jane Campion

Cast: Ben Whishaw, Abbie Cornish.

Data di uscita cinematografica: 11 Giugno 2010 (ITA), 18 Settembre 2009 (Regno Unito)

Produzione: Jan Chapman, Caroline Hewitt

Distribuzione: 01 Distribution

Soggetto: Jane Campion

Una lettera con sigillo in ceralacca su cui posare le labbra.

Carta ricamata d’inchiostro da custodire gelosamente dentro lo scrittoio sotto la finestra che dà sulla brughiera.

Baci casti che arrivano lenti dopo ore di indugi.

Sguardi adoranti, ingenuità, purezza.

Tutto questo farebbe accapponare la pelle ai più cinici e disillusi e getterebbe in un sonno catatonico i mariti costretti dalle consorti ad accompagnarle al cinema.

Bright Star riesce invece a mettere in pratica la formula principe del romanticismo inglese, quella Suspension of Disbelief che consiste nel rendere realistico ciò che nella quotidianità risulta impossibile, o, come in questo caso, pateticamente sdolcinato. Così per un paio d’ore ci si ritrova immersi nei primi anni dell’800, nella campagna londinese, tra balli di fidanzamento e passeggiate in riva al fiume. Il tutto senza notare un netto scarto temporale con la contemporaneità fatta di smog e relazioni mordi-e-fuggi.

La regista e sceneggiatrice Jane Campion (Palma d’oro a Cannes nel 1993 con Lezioni di Piano) romanza la storia di John Keats (interpretato da Ben Whishaw – Profumo: Storia di un assassino), poeta che come tanti dell’epoca ricevette gloria e riconoscimenti solo dopo la sua morte. Di primo acchito, la Campion sembra trattare marginalmente l’opera di Keats concentrandosi solo sulla sua storia d’amore con la giovane e aristocratica Fanny Brawne (Abbie Cornish – Paradiso + Inferno). In realtà, l’amore di Keats per la Brawne ben presto si fonde con la sua passione per la scrittura, tanto da far diventare Fanny la sua musa e la poesia stessa la sua amante, in un continuo scambio di ruoli e sovrapposizioni tra l’amore per l’arte e l’amore per una donna.

Nonostante una creativa e romantica (è proprio il caso di dirlo) rivisitazione dell’attività poetica di Keats, il film ripercorre fedelmente gli episodi salienti della vita del giovane artista londinese morto e sepolto a Roma all’età di 25 anni. La salute cagionevole di Keats, l’amicizia con il poeta Charles Brown, la partenza per l’Europa: tutto è abilmente narrato dalla Campion che gioca con i colori della campagna inglese e riporta in auge il montaggio discontinuo con stacchi di scena netti a chiudere con forza l’azione.

La poesia di Keats rivive grazie alla settima arte che traspone su pellicola il valore dell’Immaginazione.

I am certain of nothing but of the holiness of the Heart’s affections and the truth of the Imagination—What the imagination seizes as Beauty must be truth—whether it existed before or not—for I have the same Idea of all our Passions of Love they are all in the sublime, creative of essential Beauty

(John Keats, To Benjamin Bailey on November 22, 1817)

Voti

  • Effetti visivi : 8
  • Regia : 8
  • Audio : 7
  • Storia : 8
  • Character : 7
  • Apprezzamento Personale (A.P.) : 8
  • Voto complessivo : 8