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Autore: Kenzaburo Oe

Traduttore: Nicoletta Spadavecchia

Editore: Corbaccio

Genere: Romanzo

Titolo originale: 個人的な体験 – Kojinteki na taiken

Anno: 1964

Ci sono certi libri che non ha senso leggere tutto d’un fiato.

La lettura ha ritmi diversi. Quelli pressanti, quasi rock, dei romanzi post-moderni. Quelli lenti, un po’ new-age, dei novel di formazione, dei diari di una vita che scorre giorno dopo giorno tra quotidianità e riflessioni sul senso stesso dell’esistenza.

Alcuni libri sono fatti per essere divorati sotto l’ombrellone, altri per essere letti un capitolo a sera.

Un’esperienza personale fa decisamente parte della seconda categoria. Non lo si può buttare giù in un viaggio in treno di tre ore. 180 minuti sono troppo pochi per 200 pagine dalla difficile interpretazione. Perché se la trama è semplice, per quanto crudele, è estremamente complicato comprendere cosa veramente vuole comunicare l’autore, tramite il proprio protagonista, Tori-Bird, un alter-ego, la versione cartacea di se stesso.

Tori-Bird è un insegnante di scarse capacità a cui il suocero/preside ha dato l’incarico di tenere dei corsi di recupero. Tori-Bird, il cui nomignolo allude evidentemente alla scarsa costanza degli uccelli, sempre in fuga dalla concretezza della terra, ha avuto problemi di alcol in passato ma adesso che sta per diventare padre deve guadagnarsi da vivere in modo dignitoso.

Nel Giappone del dopo guerra, ancora scosso dalla bomba atomica, Tori-Bird vive l’incertezza dei suoi trent’anni di oppressione e inadeguatezza. Non si è mai abbastanza bravi nel proprio lavoro, mai abbastanza soddisfacenti per il proprio partner, mai abbastanza capaci nel controllare le proprie pulsioni.

E tutto diventa ancora più complicato quando tua moglie partorisce un figlio cerebroleso. Tori-Bird, già reietto della società, vede nel figlio menomato, un mostro bitorzoluto, la personificazione del proprio fallimento. Decide quindi di ucciderlo come atto di liberazione, di emancipazione dalla vita stessa. Al proprio dolore-delirio Tori-Bird alterna momenti di sesso sfrenato con la vecchia fiamma Himiko in amplessi che mescolano la perversione all’infelicità, la compiutezza dell’atto sessuale con l’impalpabilità dell’amore.

A quasi cinquant’anni dalla sua pubblicazione, Un’esperienza personale riporta molti parallelismi con il presente. Dalla minaccia del nucleare (Fukushima come Hiroshima) alla discriminazione, dal mutamento dei valori fondanti la società al concetto di handicap. Ma quella di Kenzaburo Oe (premio Nobel per la letteratura nel 1994) è una prosa complessa dove bene e male non si distinguono manicheamente. Tori-Bird è un personaggio apparentemente fragile, un uomo che suscita pietà se lo si conosce solo superficialmente. Dietro le sue insicurezze c’è la cattiveria del menefreghismo e del buoncostume. Kenzaburo Oe è maestro dell’ambiguo e ogni pagina di Un’esperienza personale vive del contraddittorio, costringendoci a rileggere più volte uno stesso paragrafo, alla ricerca di un senso che in fondo non è mai unico e univoco.

Difficile da interpretare come alla fine è impossibile da decifrare la vita stessa, il romanzo più famoso di Kenzaburo Oe è moderno e reale. Tori-Bird è l’uomo di oggi, stretto nella morsa dell’apparenza e del non-valore.

Un libro triste e vero.

Storia: 7

Character: 8

Apprezzamento personale: 7

Voto Complessivo: 7 ½