Il riscaldamento globale è un problema serio. E, come per tutti i problemi seri, c’è bisogno di diffondere informazione su di esso. Dopo la visione di un film che vince l’oscar come miglior documentario, creato da Al Gore, uno dei più importanti politici americani degli ultimi 20 anni, uno si aspetta di conoscere molti più aspetti del problema. E invece scopre di conoscere molti più aspetti della vita di Al Gore 🙁
Il documentario infatti non mantiene il focus sull’argomento principale. Tra una spiegazione e l’altra possiamo osservare Gore che parla della sua tenuta, del suo andare a caccia, dell’allevamento di mucche di suo padre, della piantagione di tabacco di suo padre, della morte di sua sorella, dell’incidente di suo figlio, delle elezioni “perse” e dei suoi professori. Mi piacerebbe sapere come ciò possa servire ad illustrare il problema in questione. Insomma, il tema passa dall’offrire documenti a rendere simpatico e umano Gore. In aggiunta, ci viene “ricordato” quello che Gore ha fatto da senatore e vice-presidente degli stati uniti. Invitando, nel finale, a votare chi a a cuore le tematiche ambientali. Detta da lui, suona veramente male. A scuola, questo lo chiamavano “andare fuori tema”. E voleva dire insufficienza.
Andando a considerare poi quello che ci viene detto riguardo al riscaldamento globale, non è che sia molto informativo. Spiega effettivamente cosa sia il problema, ma va poco oltre. Non c’è molto approfondimento, ciò che dice mi era in buona parte noto. Potrà forse essere utile all’americano ignorante dello stereotipo, ma a persone con un minimo (minimo davvero!) di cultura ecologica Gore ha poco da raccontare.
Insomma, un documentario che documenta poco ed è infarcito di auto-celebrazione. Decisamente insufficiente.
Apprezzamento Personale: 3
Voto Complessivo: 4,5
Gli altri parametri restano senza voto. Non penserete che giudichi regia, storia e personaggi in un documentario, vero?
Cano
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