Per i fan del moderno heavy metal (in primis quelli italiani), i Dark Tranquillity hanno sempre ricoperto un ruolo di primissimo piano, avendo contribuito a creare, insieme ai “cugini” In Flames e agli At The Gates, la fortunata scena death melodica svedese, che tanto ha ispirato e continua ad ispirare anche gruppi commercialmente più noti come molti della nuova ondata metalcore americana, e avendone firmato uno degli episodi qualitativamente più riusciti con il loro secondo disco “The Gallery”.
Io, lo confesso, a loro ho sempre preferito gli In Flames, capaci di combinare meglio grande qualità e una maggiore capacità di evoluzione… ma vediamo com’è questo “Fiction”.
Passati due anni dall’uscita del controverso Character, i DT si ripropongono con un disco che guarda contemporaneamente al futuro ed al passato. Più vario, più melodico, meno aggressivo e monolitico dei precedenti, Fiction ricorda in numerosi passaggi il già citato capolavoro “The Gallery”, e pur non raggiungendone i picchi riesce – grazie anche alla grandiosa produzione – a non suonare mai noioso o autocelebrativo. La “evoluzione” vissuta negli anni dal gruppo tuttavia non viene certo lasciata da parte. Pezzi come Terminus (splendido il giro di synth.. pur molto pacchiano) o la successiva Blind At Heart (con un grande assolo di Sundin) sembrano usciti da Character, mentre nella parte centrale, dopo un inizio terremotante, il disco rallenta e torna su territori battuti sul sottovalutato Projector. Misery’s Crown è un tipico singolo con tanto di strofa pulita e tastiera quasi pop-metal, che non mancherà di far guadagnare nuovi fan (le donzelle impazziranno) al gruppo. Nel resto del disco non mancano le simil-ballad, i passaggi dal sentore industrial, i pezzi “da live” etc. etc… insomma, c’è tutto quello che può piacere ai fan.
Ma la qualità? Beh, c’è anche quella. E in quantità sorprendente per uno come me che si aspettava si un disco discreto, ma non a questi livelli. In una scene sonnecchiante come quella death melodico, dove l’innovazione più grande pare la capacità di prendere ispirazione (copiare) dal passato, questo Fiction arriva come la manna dal cielo. La band è in gran forma, l’ispirazione non manca, la produzione come già detto è la migliore della storia dei DT… insomma, per un amante della scena lasciarsi scappare questo lavoro sarebbe un vero delitto. Promosso a pieni voti.
Tecnica : 9**
Originalità** : 7.5**
A.P.** : 8**
Voto complessivo** : 8
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