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Anno: 2011

Nazione: USA

Genere: Drammatico, Thriller, Biografico

Durata: 94′

Regia: David Cronenberg

Cast: Viggo Mortensen, Michael Fassbender, Keira Knightley, Vincent Cassel

Data di uscita cinematografica: 30 Settembre 2011 (ITA), 23 Novembre 2011 (USA).

Produzione: Jeremy Thomas

Distribuzione: Universal Pictures, BIM

Nel mondo perfetto della scienza, ragione e sentimento sono due realtà dicotomiche scisse senza osmosi. Ciò che la mente produce è privo di qualsiasi accenno emotivo e il cuore, dall’altra parte, è solo assenza di raziocinio.
Nel mondo trasognante della filosofia, sapere e amore si fondono già nel nome stesso di questa disciplina. La conoscenza patisce (nel senso letterale della radice greca “pathos”) l’influenza dei moti dell’animo.
Nel mondo concreto della quotidianità, sono spesso – e quasi esclusivamente – fisicità e praticità a dettare azioni ed eventi. A dangerous method è la trasposizione su grande schermo, più o meno realistica, del triangolo burrascoso tra Sigmund Freud, Carl Jung e Sabina Spielrein. Un rapporto fatto di scienza (la psicanalisi, anche se nel XXI secolo ancora c’è chi ha dubbi sulla scientificità di questo approccio curativo), filosofia (almeno ai liceali spacciano Freud e Jung come filosofi prima che medici o “psicologi”) e, soprattutto, realtà fisica (quello che viviamo e tocchiamo, tout court).
Pescando un po’ da ciascuno dei tre mondi, il regista David Cronenberg riporta nella sua pellicola i punti salienti del carteggio tra Freud e Jung, tema centrale del libro Un metodo molto pericoloso di John Kerr da cui è stata tratta prima la pièce teatrale di Christopher Hampton e poi, con sceneggiatura dello stesso Hampton, il film.

Comunicazioni ufficiose in cui, appunto, personale e oggettivo si mescolano.
Se la sensazione che si ha di fronte alle fragilità di Jung e al fallologocentrismo di Freud, è di due grandi intellettuali persi nelle loro elucubrazioni mentali tanto da cadere vittime loro stessi del male che cercano di curare, la figura di Sabina emerge dal film con la sua forza di donna ferita, ma fortificata dal dolore.

“Solo un medico ferito può guarire”: nell’ultima frase pronunciata da Micheal Fassbender nei panni di Jung si racchiude la vita di Sabine, interpretata magistralmente da Keira Knightley. La pazza che diventa psichiatra è il fulcro di un film che indaga la mente umana (il mondo perfetto della ragione), tramite l’esplorazione dei sentimenti (il mondo trasognante della filosofia) e del corpo (il mondo concreto della quotidianità).

Curiosità
Il film è stato presentato alla 68esima Edizione del Festival di Venezia.

Voti

  • Effetti visivi: 7
  • Audio: 7
  • Storia: 8
  • Character: 7
  • Apprezzamento Personale (A.P.): 8
  • Voto complessivo : 7+