Appena nati ci danno voti, cresciamo e ci danno voti.
Viviamo quasi in relazione ai voti che ci danno, per come viviamo, per come baciamo per come scopiamo, per come amiamo, per come lavoriamo.
Voti su voti.
E la scala è sempre la solita.
Da zero a dieci.
Con un incipit simile inizia il secondo film scritto e diretto dal Cantautore
Luciano Ligabue. Con l’incipit che c’è sempre un voto che si può assegnare, per ogni lato della nostra vita.
Ma no, il cantante non si affogherà in questa parte. L’incipit è e rimane tale. Lo rivedremo poche volte, come un filo conduttore, riapparire nella trama del film. Trama che assomiglia per certi versi a quella di Radiofreccia, solo spostata di vent’anni più in la. Prima era adolescenza, ora invece è la fascia dai trenta ai quaranta.
4 uomini che vogliono dare chiudere un finesettimana a rimini che non riuscirono mai a concludere. Vogliono fare tutto ciò che non riuscirono a fare allora.
E ognuno con i suoi problemi, ognuno con la propria vita a cui prima o poi dovrà dare un voto. Che prima o poi dovrà affrontare e dire
“com’era?”
E il finale, amaro e triste, che ti angoscia per la sua tristezza, e che, se avete visto radiofreccia, vi farà vedere quanti punti in comune le due storie avessero. Forse le due storie sono la stessa, la prima vista da un 18enne, la seconda da un 30enne. Chissà.
C’è una cosa però da dire. Luciano Ligabue, seppur ripetitivo, ha fatto un’altro film.
E gli è riuscito pure piuttosto bene.
Da zero a dieci, direi otto
meno
meno.
Effetti visivi : 6
Audio : 7 1⁄2
Storia : 7–
Character : 8–
A.P. : 8
Voto Complessivo : 8–
Andrea (sdl)
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