Andrea (sdl)

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Qualcuno può dire che Jobs l’ha fatto per i soldi, per la fama. Qualcuno avrà anche ragione. Ma quel qualcuno, nell’incerta mentalità che caratterizza chi critica senza ragionare non ha tenuto di conto che magari, comunque, ciò che Jobs ha fatto, tornerà utile a molti.

Sarebbe stato uguale se la lettera non fosse mai stata pubblicata? Quanto tempo avremmo mai dovuto attendere per vedere anche solo l’albeggiare dei primi sistemi senza DRM?

Per chi non lo sapesse DRM (Digital Rights Management) è un sistema che dovrebbe (in teoria) proteggere la musica che uno acquista in rete da un uso improprio. L’uso improprio, al tempo della musicassetta era copiarla. Ma nessuno si era preoccupato del problema. Visto che ancora c’erano soldi da guadagnare e il mezzo era agli albori. Piano piano però le case discografiche (leggasi bene. Non artisti ma case discografiche) hanno voluto garantire i propri profitti temendo lo sviluppo del File Sharing (ovvero Peer to Peer, scambio tra persone di file e documenti) come ormai inevitabilmente sta facendo da tempo.

Riassumendo in soldoni il DRM serve a decidere quando e perchè tu non puoi ascoltare la musica che hai pagato. In questi anni decine e decine di sondaggi e controlli hanno mostrato come in realtà il timore delle case discografiche fosse stato infondato. La pirateria dilagava comunque, anche perchè gran parte dei CD sono facilmente trasformabili in formati non protetti, e altrettanto facilmente condivisibili. Ciononostante l’utente che finalmente decideva di acquistarli si ritrovava con un prodotto castrato. Un pò come il caso del Rootkit sony, o dei CD audio illeggibili in alcuni lettori. Le protezioni, per proteggere le aziende (in maniera effimera), hanno finito per danneggiare i consumatori.

La voce dei consumatori però, non è mai arrivata. Non è mai stata sentita neanche. Fior fior di milioni, di guadagni, e non una persona che provasse a pensare ai consumatori.

Un negozio online di musica non protetta apre in rete. Il serve risiede in russia, e permette di avere in una maniera al limite del legale (purtroppo) canzoni senza DRM ad un prezzo veramente competitivo. Il risultato? Denunce, e tentativo di chiusura.

Con un immagine così catastrofica c’era davvero da sperarci in una risvolta? Sinceramente no. Almeno finchè Steve Jobs, padre della Apple Inc. (un tempo Apple Computer ), decise di scrivere una lettera aperta facendo leva sul potere che Apple, da ormai un anno, sta acquisendo nel mondo. In questa lettera Jobs analizza i sistemi di distribuzioni musicali del momento e prova a delineare le strade possibili, traendo un un’unica eclatante soluzione (già nota): il DRM fa male, anzitutto ai clienti, e soprattutto alle case che forniscono la musica.

Da qui è nato di tutto di più. Si sono formate schiere di persone, divise faziosamente. Partendo da chi credeva ciecamente nella bontà assoluta di Jobs, arrivando a chi invece confidava in un maestoso piano per la conquista del mondo.

La realtà per fortuna sta nel mezzo. Jobs non è ipocrita, e soprattuto non è un benefattore. E’ riuscito però a convogliare il suo interesse personale in un bene per la comunità. E’ riuscito cioè a unire il volere dei clienti al volere del mercato.

In che modo? Semplice. Oggi, EMI (casa discografica), assieme ad Apple, dichiara di fornire, nel music store online della seconda, canzoni senza protezione DRM.

Ripeto : Senza protezioni drm.

Molti si domandano : perchè?

primo perchè grazie a questo molte persone si fideranno maggiormente degli acquisti di musica online, e pertanto ne faranno un uso più intensivo. Inoltre c’è anche un tornaconto diretto : Le canzoni hanno un sovrapprezzo (oltre, però, ad essere di qualità maggiore). Invece che 0,99€ costano 1,29€.

Insomma, contenti (quasi) tutti. Non siamo ancora arrivati a vedere un prezzo di un album scendere a livelli sufficienti. Ma di sicuro ci possiamo arraffare album per poco meno di 10€ ad alta qualità senza protezione alcuna.

Rimarranno sempre gli scettici e gli estremisti. Quelli che vorranno boicottare il sistema anche quando il sistema prova a fare dei passi nella loro direzione.

Alcuni potranno dire, nei confronti di queste persone, che sono degli stupidi, di sicuro credo nessuno potrà dire lo stesso di Jobs.

A seguire una serie di Link (in inglese e italiano) che approfondiscono l’argomento :

ArsTecnica

MelaBlog

Repubblica

Andrea (sdl)