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Verso una Architettura

L’Autore

Le Corbusier, pseudonimo di Charles Edward Jeanneret (1887-1965), è stato senza ombra di dubbio uno dei più grandi architetti del 1900.

Fu uno dei fondatori del cosiddetto del “Movimento Razionalista” (a cui si fa riferimento quando si parla di Movimento Moderno o Modernista), titolo da attribuire anche ad altri grandi personaggi come Mies Van Der Rohe o Walter Gropius.

L.C. fu inoltre l’ideatore dei famosi 5 Punti dell’Architettura (Pilotis, Pianta Libera, Facciata Libera, Tetto giardino, Finestra in Lunghezza) ed è tutt’oggi una figura fondamentale per architetti di ogni generazione.

Note di Copertina

Con questo libro, apparso nel 1923 (e pubblicato la prima volta in Italia da Longanesi nel 1973), Le Corbusier avviò il suo irruente dialogo con il pubblico e gli architetti destinato a svilupparsi nei successivi quarant’anni in innumerevoli pubblicazioni e in opere costruite e progettate tra le più importanti dell’architettura moderna. Oltre a essere il primo e il più illustre testo della famosa collezione dell’”Esprit Nouveau”, Verso una Architettura costituisce uno dei maggiori documenti della cultura parigina ed europea di quegli anni.

Nella sua giovanile immediatezza, memore delle avanguardie d’anteguerra in tempi di rappel a l’ordre, il libro enuncia i fondamenti di una teoria architettonica di straordinaria modernità e singolare forza innovativa. Il rigore dell’impostazione si coniuga felicemente con una fantasia e una ricchezza intellettuale che investono, non solo sul piano tecnico ma anche su quello formale, ogni problema riguardante l’organizzazione dello spazio, nel quale si situano la casa e l’arredo urbano.

Il richiamo alle forme della tradizione, viste nell’esemplarità di alcuni grandi maestri – Fidia e Michelangelo sopra tutti -, si coniuga con altri richiami, più consoni a rappresentare le esigenze e i valori dei tempi nuovi: le grandi opere di ingegneria e i mezzi di trasporto. In estrema sintesi, il tempio greco rivive nei treni, nelle automobili, negli aerei, nei piroscafi. “L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce”: questa frase, espressione del lirismo logico di Le Corbusier, ha il suo naturale complemento in un’altra celebre formula: “La casa è una macchina da abitare”. Ciò che fa da ponte tra le due enunciazioni e le unisce è, nella civiltà delle macchine, la funzione, la fruibilità; senza dimenticare la linea e la geometria: in una parola, la forma.

Commento Personale

La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere.”

Poche parole per esprimere un concetto costituito da infinite sfaccettature: per L.C. un edificio non dev’essere solo freddo cemento, ma deve trasmettere un’emozione a chi lo osserva e, soprattutto, a chi ne fruisce.

Sebbene si possa, in base alle proprie concezioni (convinzioni?) architettoniche, criticare l’idelogia relativa ad alcune delle teorie “Le Corbusieriane”, resta il fatto che i suoi scritti influenzino ancora oggi l’impostazione basilare di molte facoltà di architettura in tutto il mondo.

“Verso una Architettura”, essendo una sorta di libro-manifesto per l’architettura razionalista, racchiude al suo interno una serie di articoli apparsi sull’Esprit Noveau, rivista che L.C. fondò assieme all’amico pittore Ozenfant negli anni ’20.

Negli scritti si nota come L.C. ponga attenzione sul problema dell’economia, come enfatizzi il “costruire” inteso come unione tra Architettura e Ingegneria per contribuire alla creazione dell’opera sensata, dell’opera che commuove. Mostrando il tremendo oblio in cui sta cadendo la prima (l’Architettura), ci fornisce i metodi e i mezzi per rivalutarla in una società moderna (alcuni oggettivi, altri soggettivi). In quanto riassunto di scritti ed articoli vari lo stile narrativo appare a tratti scostante, ma il filo logico di base è sempre ben sottolineato.

“Estetica dell’Ingegnere, Architettura, due cose solidali, conseguenti, l’una in piena fioritura, l’altra in penoso regresso.

L’ingegnere, ispirato dalla legge dell’Economia e guidato dal calcolo, mette in comunicazione le leggi dell’universo. Raggiunge l’armonia.

L’architetto, organizzando le forme, realizza un ordine che è pura creazione della sua mente; attraverso le forme, colpisce con intensità i sensi, e, provocando emozioni plastiche attraverso i rapporti che egli crea, risveglia in noi risonanze profonde, ci dà la misura di un ordine partecipe dell’ordinamento universale, determina movimenti diversi del nostro spirito e del nostro cuore; è qui che avvertiamo la bellezza.”

Il libro viaggia per esempi ben calcolati e immagini dell’epoca (ricordo che è un libro del 1923) inserite allo scopo di mostrare l’assonanza tra l’Architettura e automobili, aerei, grandi navi; L.C. spende parole anche sul come gli architetti siano schiavizzati e bloccati dall’insegnamento accademico, questione quantomai vera sia al tempo di Le Corbusier che ai giorni nostri. Citando molti dei suoi progetti e delle sue opere (e scusandosi nella prefazione di questo egoistico utilizzo) l’autore mostra tutto quello che, al tempo, era visto come la fonte di una nuova concezione architettonica basata sul razionalismo.

Da qui l’idea di casa intesa come una “Macchina per abitare”, Spirito d’ordine, Unità di Intenzione, elemento Sommabile (Case in serie). Un’entità singola fruibile in tutte le sue forme, vista da Le Corbusier, spesso, con distacco dal contesto culturale in cui un progetto si pone, all’inizio con un po’ di irrequietezza, poi con estrema fermezza (si pensi ai progetti per utopiche città, in cui si ipotizza un totale “Tabula Rasa” dell’esistente). Occorre non confondere la questione riferita alla rinuncia del contesto culturale espressa da Le Corbusier con quella più attuale dell’architetto olandese Rem Koolhaas (Fuck the Context) basata sull’ammissione di una presenza incessante di “non architettura” sul territorio.

L.C. parla anche del suo rifiuto per il rinascimento romano, scelto come “demonio”, in quanto assente dalla coscienza del senso della misura e lontano dalla mentalità moderna sul costruire. Gli viene preferito lo stile urbano parigino.

Al di là delle considerazioni che ognuno, con un po’ di dimestichezza sulla materia, potrebbe trarre, occorre riconoscere che “Verso una Architettura” è un libro vecchio di 80 anni contenente argomenti ancora attuali nella realtà dei giorni nostri. Al di là di quanto ci si possa sentire attratti dalle teorie di Le Corbusier, occorre riconoscere che hanno permesso una variazione negli stili e nel modo di concepire l’opera architettonica fondamentali per la società in cui oggi ci troviamo.

Una grande opera che rimarrà nei secoli come testimonianza di una ancor più grande mente.

(((Edizione recensita – Le Corbusier, “Verso una Architettura”, Longanesi, Milano, 2002)))

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Pertinenza con la materia : 9 12

Capacità di Comunicazione : 7 12

A.P. : 8

Voto Complessivo : 8 12

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