Dan Simmons è un ottimo scrittore, capace di scrivere romanzi validissimi spaziando nei generi più diversi: fantascienza, fantasy, noir, giallo… io (come tanti) l’avevo scoperto con la splendida saga di Hyperion, forse in Italia il suo libro più famoso, visto che è stato ristampato più volte anche tra i classici Mondadori, ma è stata una bella sorpresa vederlo grande interprete anche nel genere horror!
L’Estate della Paura è un libro del 1991, pubblicato originariamente in Italia nel 1994 dalla Interno Giallo, in un volume ormai introvabile e (si dice) con qualche pecca di traduzione. Una nuova edizione era quindi auspicabile… C’ha pensato la valida Gargoyle Books, nuova casa editrice specializzata nell’horror che sta proponendo con costanza libri validissimi in edizioni davvero degne di nota, inserendolo nella collana Gargoyle Books e dotandolo di una completa (pur se un po’ noiosa) parte di analisi del testo.
La storia è abbastanza semplice. 1960: mentre tutta l’America è concentrata sulle imminenti elezioni presidenziali che vedranno vincere John Fitzgerald Kennedy, ad Elm Haven, piccolo paese dell’Illinois con 1800 abitanti, qualcosa di antico ed oscuro sta emergendo dopo la chiusura della vecchia Old Central, la centenaria scuola del paese, costruita in previsione di una espansione demografica che non c’era mai stata e mai utilizzata del tutto. Un gruppo di amici dodicenni, tra giochi in mezzo ai campi di grano assolati, interminabili partite a baseball e sfrenate corse in bicicletta, scopre che qualcosa non va. Toccherò proprio a loro, visto che gli adulti sembrano non capire cosa sta succedendo o appaiono loro stessi emissari del male, indagare sulla natura di quell’incubo tremendo e affrontare il mostro, prima di finire anche loro preda della sua rapace avidità.
Vi ricorda qualcosa? Bravi… It. Il romanzo di Stephen King ha molto in comune con quello di Dan Simmons, entrambi narrano il Bildungsroman hororifico di ragazzi al crepuscolo dell’infanzia, pronti più ad esplorare l’universo ignoto delle relazioni con il sesso femminile che a combattere con mostri sconosciuti. Entrambi sono ambientati in un America di campagna che raramente si intravede nei film hollywoodiani. Mentre King però sceglie di ambientare la vicenda su due livelli temporali e produce un malloppo di più di mille pagine, Simmons mantiene la vicenda su un binario solo, e si focalizza maggiormente sul mondo che circonda i ragazzi. La sua narrazione dell’ambiente circostante è a mio parere davvero straordinaria: l’orrore tra i campi di grano assolati che in qualche modo possono isolare da tutto il resto mi riporta alla mente addirittura Io non Ho Paura di Niccolò Ammanniti, ma è tutto il paese che sembra prendere vita. I personaggi sono delineati davvero bene… con l’ottica di un dodicenne, ovviamente. Gli adulti che capiscono non sono più di un paio, e sempre comunque figure borderline per calarsi nel mondo dei ragazzi (un prete, un ubriacone, una nonna paralizzata, uno zio filosofo e fallito).
Inutile procedere oltre: il romanzo, al di là di alcune ingenuità che il genere non può non prevedere, mi è proprio piaciuto, e le sue 600 pagine sono volate via… portandomi anche qualche salutare incubo notturno 😀 Ve lo consiglio davvero. Sono 17.50 assolutamente spesi bene 🙂
Storia : 7.5
Character : 8
Originalità : 6.5
A.P. : 8.5
Voto Complessivo : 7.5
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