Titolo: District 9**
Genere:** Fantascienza**
Anno:** 2009**
Nazione:** U.S.A.**
Regia:** Neill Blomkamp**
Cast:** Sharlto Copley, Jason Cope, Nathalie Boltt, Sylvaine Strike, Elizabeth Mkandavie, John Summer, William Allen Young, Louis Minnaa**
Produzione:** Key Creatives, QED International, WingNUT Films, Wintergreen Productions
Distribuzione: Sony Pictures
Sito Ufficiale: http://sonypictures.it/film/district9/
“Soddisfatto, molto soddisfatto!”
E’ stata questa la prima frase che ho pronunciato – ed ho sentito pronunciare – dopo aver visto i titoli di coda di questo lungometraggio.
District 9, film dell’esordiente regista Neill Blomkamp – appoggiato dall’impagabile Peter Jackson per quanto riguarda la produzione – è l’unico film sugli alieni, da tanti anni a questa parte, che non mi ha lasciato con l’amaro in bocca.
Al contrario dei tanti cloni di Indipendence Day, in cui gli alieni hanno l’unico scopo di suonarcele di santa ragione, o di opere contrarie, dove, invece, gli extra-terrestri vogliono unicamente salvare il mondo, ecco qualcosa che esce un po’ dai rigidi schemi: su District 9 gli alieni vogliono farsi solo gli affaracci loro, tornare nel loro pianeta natale. Stavolta, per un certo verso – sebbene la settorializzazione “armate del bene vs. armate del male” sia, in questo caso, ben poco valida – se si può identificare un gruppo di “cattivi”, è da farlo negli umani.
Un’astronave aliena, per via di una sorta di avaria, precipita sulla Terra e va a situarsi sui cieli di Johannesburg. Dopo mesi di inattività della stessa e dopo alcuni tentativi di comunicazione falliti, le autorità decidono di penetrarvi e di stabilire un contatto con gli extra-terrestri che abitano il fluttuante mezzo: ciò che si trovano davanti non è però un habitat con esseri superiori o pericoli in agguato, ma soltanto un gruppo di alieni – per la precisione 1 milione – in stato di salute molto precaria.
Quest’ultimi vengono fatti scendere ed accolti in un’area di assistenza medica posta sulla superficie terrestre, all’interno del cosiddetto Distretto 9, un posto che diventerà la loro casa per i venti anni successivi.
Gli extra-terrestri, infatti, caratterizzati da una scarsa disciplina e dai modi un po’ troppo ortodossi (dovuti un po’ dalla loro natura ed un po’ dalla mancanza di una leadership aliena in grado di tenerli a bada), iniziano a convivere con gli umani, causando in poco tempo innumerevoli danni (furti ed omicidi all’ordine del giorno che gli alieni fanno per racimolare denaro atto ad acquistare la loro “droga”): l’integrazione fallisce miseramente ed inizia una vera e proprio campagna razzista contro i visitatori spaziali che paradossalmente, se così si può dire, “accomuna tutte le genti”, le stesse che li hanno dapprima accolti con gioia per poi ripugnarli di lì a poco.
Il Distretto 9 viene quindi recintato e controllato massivamente dai corpi militari (un’azienda denominata MNU – Multi National United – ne ha la supervisione), divenendo un vero e proprio ghetto.
In poco tempo si capisce, sebbene si evincesse già dal trailer, che i “Gamberoni” (gli alieni vengono chiamati così per la loro somiglianza a tale crostaceo) vengono tenuti sulla terra con la forza dato che i governi mondiali stann0 cercando di far funzionare le loro potentissime armi ad attivazione biologica (reagiscono solo in mano agli extraterrestri).
Un grande ruolo nella vicenda è rappresentato da un agente dell’MNU, tal Wikus van der Merwe (Sharlto Copley), che viene contaminato da un “fluido alieno” mentre esegue delle operazioni di sfratto (i Gamberoni sono aumentati di numero e devono essere spostati nel Distretto 10, un vero e proprio campo di concentramento). Il fluido costringe il corpo di Wikus ad una sorta di metamorfosi, la quale gli porta non pochi problemi legati alla sopravvivenza ed è lì che la linea di confine tra inseguitori ed inseguiti diventa quasi invisibile, in un crescendo di eventi che porta all’apprezzabilissimo finale.
La pellicola è studiata per fingersi un documentario postumo sugli eventi che accompagnano la vicenda. Lo schema documentaristico, costituito da classici “reportage dai luoghi dell’azione” e “interviste alla gente del luogo ed ai protagonisti più importanti”, si fonde con normali scene narrative in tempo reale, in cui azione e potenza di fuoco (con sonorità splatter) non tardano a farsi vive, assieme alla narrativa strettamente legata al “messaggio ideologico” del film, rendendo tutte queste caratteristiche complici di un ottimo spettacolo.
Una riflessione sul tema del razzismo, dell’integrazione e dell’emarginazione è chiaramente alla base del lungometraggio: il comportamento degli alieni, che spesso risulta davvero incivile, porta a pensar male di loro, ma allo stesso tempo la loro ghettizzazione forzata ed i modi di agire, del tutto senza regole, degli agenti MNU, non può che far provare per i Gamberoni un sentimento di simpatia da parte dello spettatore, portandolo a credere nel loro diritto alla libertà, ad appoggiarli nella loro “guerra quotidiana“.
Per nulla lento, ma caratterizzato da un costante flusso di immagini che, seppur alternandosi tra espressioni di “calma” e “vigore”, tiene il livello narrativo sempre ad un ritmo piuttosto serrato, senza con ciò sminuire il fattore emozionale…e mi sono pure sentito dire da alcune ragazze, per nulla amanti del genere, che nella scena conclusiva qualche lacrimuccia stava per uscir fuori.
Nota negativa, se ne vogliamo trovare una, è probabilmente l’evoluzione della trama che risulta, in alcuni punti, sin troppo prevedibile, anche se non in modo così disarmanete. Al contrario l’epilogo è sapientemente confezionato e difficilmente corrisponde a ciò che ci si aspetta di vedere (o che io mi aspettavo, perlomeno..).
Insomma, per dirla in poche parole, ottima produzione ed ottimo esordio per Neill Blomkamp nella scena internazionale.
District 9 vi saprà dare quel qualcosa che al genere cui fa riferimento manca davvero da troppo tempo (pensiamo, ad esempio, al non eccelso Ultimatum alla Terra..)…ed intorno a tanto riflettere, anche qualche bel robottone realizzato in una computer grafica davvero di pregio!
Consigliatissimo!
Valutazione Personale:
- Effetti visivi : 8 1⁄2
- Regia : 7 1⁄2
- Audio : 7
- Storia : 8
- Character : 7 1⁄2
- Apprezzamento Personale (A.P.) : 8 1⁄2
- Voto complessivo : 8-
Curiosità:
- District 9 è tratto dal cortometraggio di 6 minuti dal titolo “Alive in Joburg”, sempre ad opera di Neill Blomkamp.
- Oltre a District 9, il cinema ha conosciuto un altro film che parla di alieni rifugiatisi sulla terra, dal titolo Alien Nation, prodotto nel 1988 e diretto da Graham Baker.
- La pellicola in America ha incassato ben 37 milioni di dollari nei primi due giorni di proiezione, arrivando fino a ben 100 milioni.
- Dall’approvazione mondiale per la pellicola dimostrata dagli ottimi incassi, il regista Neill Blomkamp ha ipotizzato un possibile sequel del film
- Il viral marketing di District 9 era basato sulla creazione di alcuni siti online gestiti dall’ipotetica MNU oppure finti blog in cui si lotta per dare ad alieni ed umani pari diritti civili.
- Il ministro dell’informazione nigeriano Dora Akunyili ha chiesto pubblicamente che District 9 non venisse proiettato nelle sale della capitale Abuja poichè la pellicola danneggerebbe l’immagine della Nigeria poichè mostra la popolazione come criminale ed è ritenuto offensivo dei confronti dell’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo (il capo dei criminali nigeriani su D9 si chiama, perlappunto, Obasenjo).
- La presenza di Peter Jackson nella produzione ha portato lo sviluppo degli effetti speciali alla specializzatissima Weta Workshop, portando quindi la loro cura a livelli davvero notevoli.
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