Titolo Originale: Crazy Heart
Anno: 2009
Nazione: USA
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Scott Cooper
Cast: Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Robert Duvall, Colin Farrell
Data di uscita cinematografica: 5 Marzo 2010 (ITA), 16 Dicembre 2009 (USA)
Produzione: T-Bone Burnett, Robert Duvall, Scott Cooper
Distribuzione: 20th Century Fox
Soggetto: Thomas Cobb
Quella di Crazy Heart è una recensione che si presta a una doppia lettura. Perché parlare di questo film, significa, inevitabilmente, soffermarsi sulla sua colonna sonora, che include la splendida The Weary Kind, premiata come Migliore Canzone Originale agli Oscar 2010. Inserite
Crazy Heart Original Soundtrack nel vostro stereo e rivivrete tutte le scene del film: una pura sinestesia tra udito e vista. Si parte con brani che celebrano le donne, l’amore, i tradimenti e le incomprensioni. E piano piano, dietro ritmi alcolici e camicie sudate, cominciamo a conoscere Bad Blake (Jeff Bridges – King Kong, The Contender, L’uomo che fissa le capre), cantante country ormai agli sgoccioli, è proprio il caso di dirlo, della sua carriera. Consumato dall’alcol e costretto a una vita che assomiglia sempre di più a una bottiglia di whiskey vuota, Bad si sposta nel Sud degli Stati Uniti per un tour che lo vede protagonista in sale da bowling e bettole di quart’ordine.
Rispettando in pieno il topos del viaggio di formazione, macinando chilometri e chilometri sul suo vecchio bolide, Bad riscopre se stesso. Non da solo, però. È l’incontro con la giornalista Jean (che si pronuncia “gin”, buffo, no?) a riportarlo piano piano a galla.
Il film si presta però anche a un’altra chiave di lettura. A decadere e risorgere questa volta non è Bad, ma il country, la musica popolare d’America, un patrimonio artistico come lo è per noi la canzone napoletana. E come succede in Italia con i cantanti neomelodici, così negli Stati Uniti, il country è oggi appiattito da sintetizzatori e voci banalmente intonate. Ogni canzone in Crazy Heart è un invito a tornare alle radici, alla purezza, alla verità di una voce rauca e invecchiata, alla realtà dell’imperfezione.
Il sogno americano trasposto su grande schermo si intreccia con l’analisi del mondo discografico attuale, in un film che deve tutto all’attore protagonista. Un Jeff Bridges superbo, vincitore del Golden Globe 2010 e del Premio Oscar 2010. Senza di lui, Crazy Heart sarebbe stato uno dei tanti film da cassetta.
Voti
- Effetti visivi : 7
- Regia : 7
- Audio : 9
- Storia : 6
- Character : 10
- Apprezzamento Personale (A.P.) : 8
- Voto complessivo : 7+
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