Anno: 2009
Titolo originale: Zanan-e bedun-e mardan
Nazione: Iran, Francia
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Regia: Shirin Neshat
Cast: Pegah Ferydoni, Shabnam Toloui, Orsolya Tóth, Arita Shahrzad
Data di uscita cinematografica: 12 Marzo 2010 (ITA)**
** Distribuzione: BiM Distribuzione
Soggetto: Shahrnush Parsipur
Cosa rende un film “bello”? Forse la soddisfazione di non avere buttato sette/otto euro di biglietto una volta usciti dalla sala. O forse, più romanticamente, la completa immersione nella trama, quella totale adesione per due ore della propria vita alla storia di qualcun altro.
Se si seguono questi canoni, Donne senza Uomini non è affatto un bel film. Ai titoli di coda senti l’esigenza di scattare come una molla dalla poltroncina e la sensazione che ti accompagna fino all’ultimo fotogramma è di disagio misto a perplessità. Ma ecco… Chi ha stabilito che il “bello” sia solo il “piacevole”? Se un film ti smuove la coscienza, ti turba e ti destabilizza, merita senza dubbio attenzione.
Donne senza Uomini non è un film di chiara interpretazione. La trama è sconnessa e priva di linearità. La scena iniziale svela già la fine della storia. E tutto quello che c’è nel mezzo toglie ogni certezza allo spettatore.
Quattro donne intrecciano le proprie vite in una Teheran in pieno tumulto politico. Nell’estate del 1953 Munis vive il dramma di un fratello oppressivo che non le permette di dare sfogo alla sua inclinazione politica. Munis vorrebbe schierarsi a difesa del proprio paese, di quello stesso paese che le nega la libertà di opinione in quanto donna. L’amica Faezeh è invece un’ingenua e romantica ragazzina innamorata proprio del fratello di Munis. Faezeh sarà vittima di un abuso sessuale che segnerà per sempre la sua esistenza. Zarin è invece una giovane prostituta, malata di anoressia che vive il proprio dolore nel silenzio, martoriando quel corpo ormai ridotto a pura merce di scambio. Infine Fakhri è una ricca donna sulla cinquantina che non ama più suo marito e che cerca nella nuova Teheran in sommossa la propria rivoluzione personale.
Se la trama e i personaggi lasciano nello spettatore dubbi irrisolti e perplessità, la fotografia è invece impeccabile. Colpiscono per intensità e precisione soprattutto le inquadrature dei paesaggi, che giocano con i contrasti tra immagini di natura rigogliosa e spaccati polverosi della città di Teheran.
Donne senza Uomini è tratto dall’omonimo romanzo del 1990 dell’iraniana Shahrnush Parsipur.
Un’ultima nota: prestate orecchio alla colonna sonora, curata da Ryuichi Sakamoto, premio Oscar nel 1988 con L’ultimo imperatore di Bernardo Bartolucci.
Voti
- Effetti visivi : 9
- Regia : 9
- Audio : 8
- Storia : 7
- Character : 7
- Apprezzamento Personale (A.P.) : 7
- Voto complessivo : 8
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