E’ finita da qualche minuto la seconda stagione di Dr. House.
E’ finita e lascia un pò l’amaro in bocca. La prima serie era abbastanza lineare. Diretta. Immediata. La sua fine rispecchiava più o meno quella retta così prevedibile. Quell’evoluzione matematica che portava solo ad un incrocio con gli assi. La seconda invece molto meno. E, se posso aggiungere, per fortuna.
Ci sono molti punti fissi in Dr. House.
Punti elementari che anche nella seconda serie rimangono. C’è Cameron. Tremendamente bella e drammaticamente zombificata in alcuni momenti. C’è Foreman, un piccolo house in fasce. La cuddy e le sue paranoia. Chase e i suoi sotterfugi. Ci sono tutti e tutti impareranno a stupirvi pian piano.
Forse la cosa più sorprendente di questa seconda serie è che è la solita retta. Che piano piano si avvicina ad un’oscillazione, quasi impercettibile. Fino ad ingrandirsi. Certe puntante sono discostate dal resto. Le vedi. Ti rendi conto che mettono in cattiva luce tutto il resto della serie. Sono valide. Non tutta la serie lo è così. Ma quelle valgono la pena di essere viste.
In conclusione com’è la seconda serie di House? Simile ma non uguale. C’è sufficiente distorsione nell’aria per non farla sembrare la solita minestra riscaldata. C’è quel personaggio, che non vuole uscire dalla scena. C’è quel titolo finale, assolutamente bellissimo “Mr. Jekill e Dr. House” e quella fine. Che sta nel mezzo. Un pò LOST-iana, un pò drammatica.
Un pò House.
Effetti visivi : 6 1⁄2
Audio : 7-
Storia : 7
Character : 9 ad House, 7 agli altri, mediamente 7 1⁄2
A.P. : 8
Voto Complessivo : 8-
Andrea (sdl)
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