Spagna, 1944. La guerra civile volge al termine mentre l’esercito franchista sta piegando le ultime frange di resistenza alla sua avanzata. Carmen, una giovane vedova, ha sposato Vidal, un capitano dell’esercito, e lo raggiunge tra i boschi dove si combatte assieme alla figlia dodicenne Ofelia. La bambina soffre per la presenza dell’arrogante patrigno e cerca di aiutare la madre che sta affrontando una gravidanza difficile. Il suo rifugio è costituito dal mondo delle fiabe che si materializza con la presenza di un fauno che le rivela la sua vera identità. Lei è la principessa di un regno sotterraneo. Per raggiungerlo dovrà superare tre prove pericolose…
Inizia così “Il Labirinto del Fauno”, film di Guillermo del Toro che cerca di rileggere in chiave fantasy-horror la realtà storica e che buon successo ha avuto lo scorso anno all’uscita nelle sale cinematografiche. Eppure si tratta di un film difficile, girato senza grandi mezzi produttivi ma con una semplicità e una sensibilità che l’hanno portato addirittura a ricevere tre oscar “tecnici”, per scenografia, trucco e fotografia. Un film difficile perchè nè carne nè pesce, una fiaba per giovani-adulti o per adulti ancora giovani, ma che proprio per questo riesce ad affascinare chi sa coglierne le sfumature da sogno ad occhi aperti indissolubilmente legate alla banalità del male della guerra. Un film splendido, che non posso non consigliare a chiunque 🙂
Effetti visivi: 9
Regia: 8
Audio: 7.5
Storia: 8
Character: 8
A.P.: 9
Voto complessivo: 8
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