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Titolo: Jumper
Genere: Avventura/Fantascienza
Anno: 2008
Regia: Doug Liman
Produzione Cinematografica: New Regency
Distribuzione: 20th Century Fox

I tuoi genitori sono morti? Sei frutto di una situazione familiare difficile? Sei un po’ il solito sfigato che a scuola viene deriso costantemente dai bulli?
Se la risposta ad almeno una di queste domande è “sì”, allora hai tutte le carte in regola per possedere i poteri di un Jumper (o di Spider-man, di Superman, di Batman, di Daredevil…).
Inoltre, sebbene il tuo background risulti visto e rivisto in migliaia di diverse occasioni, avrai di sicuro l’opportunità di essere il protagonista di un film costosissimo ma, allo stesso tempo, anche terribilmente banale.

L’idea di base è carina: I Jumper(s) sono persone aventi il potere di teletrasportare il proprio corpo a spasso per il mondo, purchè abbiano in mente l’immagine del luogo di destinazione.
Al contrario degli altri super-eroi citati poco fa, però, la moralità di un Jumper appare molto più umana e meno aulica di quanto si pensi, visto che tende a sfruttare il proprio potere per tornaconto personale (da grandi poteri, derivano grandi guadagni!).

Il protagonista del film, David Rice, scopre (in brutte circostanze) di possedere la capacità di teletrasportarsi.
Lasciato a vivere con il pessimo padre dall’età di cinque anni (la madre è fuggita chissà dove), decide di utilizzare il suo potere per evadere dalla difficile vita adoloscenziale che pare opprimerlo…e anche per racimolare un bel gruzzoletto (quale miglior mezzo se non quello di rapinare banche teletrasportandosi direttamente nel caveau?).
Mentre David passa il tempo a godersi la vita, però, un gruppo di persone aventi lo scopo di catturare ed uccidere tutti i Jumper, dette Paladini e capitanati da un cattivissimo Samuel L. Jackson, è sulle sue tracce ormai da tempo.
L’armonia, si intuisce, è destinata a non durare ed il quanto mai ovvio incontro con la ragazza amata da David al tempo del liceo complica ancor più le cose.

Il film non è da buttare completamente via, scorre e per passare un’oretta e mezzo di svago va più che bene (non impegna molto il cervello, diciamo) ma non è di certo il capolavoro che sembravano dimostrare gli incassi ai botteghini americani.
Buona è l’idea di mostrare dei Jumper fuorilegge e anche abbastanza cattivelli, ma per i quali il pubblico non può far a meno di tifare (era così anche con Lupin III!). Buono anche il discorso relativo al fanatismo religioso, tema purtroppo attualissimo in questo periodo e che sta alla base delle dispute tra protagonisti ed antagonisti.

Con la scusa di “possibili sequel” il film, però, si svolge lungo questa trama lineare senza impegnarsi a spiegare allo spettatore il perchè di tante cose che succedono (che magari appaiono chiare solo a chi ha letto l’omonimo libro da cui è tratta la storia).
Durante le scene alcuni eventi hanno veramente del surreale e si svolgono in spazi brevissimi (“Ciao!” “Ciao!” “Quanto tempo, è un sacco di anni che non ci vediamo! Come stai?” “Bene, te?” “Mah bene, si va a Roma?” “Ma è dall’altra parte del mondo ed io sono al lavoro adesso!” “Lo vedo!” “Vabbeh ok andiamo!”), così come brevissimamente si risolve l’intera vicenda.
Inoltre sembra che pistole e mitra siano passati di moda, simil bat-rampini e mazze da baseball hanno preso il loro posto con risultati, ovviamente, meno efficaci (ma probabilmente perchè, altrimenti, il film sarebbe terminato in mezzora).

La dolce protagonista è totalmente inespressiva e, come succede di solito alle ragazzette semplici ma innamorate dei film all’americana, si lancia a capofitto in situazioni assurde senza batter ciglio.
David, interpretato da Hayden Christensen (il nostro caro Anakin Skywalker) cambia tipologia caratteriale almeno due o tre volte nel film.
Forse solo l’apporto di Samuel L. Jackson (wow, un altro Jedi) salva un po’ la situazione…ma non ci allarghiamo, il suo personaggio è troppo ricco di banalità per permettere a Samuel di mostrarci la sua bravura.

Gli effetti speciali e la realizzazione digitale su ambiente e persone sono notevoli, anche se a voler essere pignoli i “salti” dei Jumper a volte mostrano il classico scatto dovuto al trucchetto dello stop&action, ma non gliene faremo una grande colpa.
Le scene dei combattimenti sono frenetiche e dinamiche, molto belle in alcuni momenti (ma dal regista di The Bourne Identity ce lo dovevamo aspettare), ma anche noiosette in molti altri.

Nella sostanza un non eccelso film su super-poteri e super-ragazzi, prometteva molto meglio di quello che ci ha propinato (visto anche gli oltre cento milioni di dollari usati per realizzarlo) e la possibilità di vari sequel, magari più introspettivi riguardo a vicenda e personaggi, non è una buona scusante.

Valutazione Personale:

  • Effetti visivi :8-
  • Regia : 6 12
  • Audio : 6
  • Storia : 5
  • Character : 5
  • Apprezzamento Personale (A.P.) : 6 12
  • Voto complessivo : 5 12