Titolo: Le dimensioni del mio caos
Autore: Caparezza
Anno: 2008
Genere: Rap
Dopo tre dischi che non hanno mancato di stupire e discutere ecco che arriva l’ultimo lavoro di Caparezza. Stavolta però il compositore Pugliese ha provato ad uscire dagli schemi realizzando quello che lui definisce un “Fonoromanzo”.
Ma che si intende per fonoromanzo? Semplice, l’idea dietro la stesura di questo album è di dare un legame a tutte le canzoni, unirle tramite un elemento accomunante, una storia.
Ognuna delle 14 canzoni è infatti intervallata da delle recitazioni che vedono come protagonista CapaRezza con altri personaggi, le cui voci sono state concesse da doppiatori di voci molto famose.
L’album si divincola in questa tracklist
- La rivoluzione del sessintutto (4:59)
- Ulisse (you listen) (4:00)
- Non mettere le mani in tasca (4:32)
- Pimpami la storia (4:13)
- Ilaria condizionata (3:43)
- La grande opera (4:50)
- Vieni a ballare in Puglia (3:59)
- Abiura di me (4:10)
- Cacca nello spazio (4:26)
- Il circo delle pantegane (3:47)
- Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti (3:56)
- Io diventerò qualcuno (3:37)
- Eroe (storia di Luigi delle Bicocche) (4:06)
- Bonobo Power (3:19)
durante tutte le track la piccola storia che è stata messa in piedi va evolvendosi, partendo da un’improbabile viaggio nel tempo da parte di una ragazza del ’68.
L’album è complessivamente gradevole, il numero di elementi campionati è praticamente scomparso e si sente una forte vena “rock” di tanto in tanto. Un cambiamento molto forte rispetto ai dischi precedenti che ancora erano composti mediante suoni elettronici di questo tipo.
La storia che invece è messa in piedi per collegare le canzoni è un pò debole, poco percepita e reale. Il vero difetto di questo disco infatti (fermo restando che è un buon disco, con ottimi spunti) è forse la forzatura nata dall’esercizio di stile stesso.
Un esercizio di stile che però non va ignorato. Da un lato infatti è un segnale importante questo cambiamento, questo rinnovarsi. Una cosa che bisogna assolutamente rendere conto all’artista. Complessivamente però la storia porta più danni che benefici, primo fra tutti il fatto che, alle volte, essa sia forzata per far quadrare le canzoni e renda il tutto meno “sensato”. Inoltre essendo una storia molto surreale essa devia l’ascolto, ambientandolo in un contesto dove la critica rap va a perdere un pò il contatto con la realtà e fa domandare se le critiche siano al presente, al passato, o al futuro del paese.
Un disco che tutto sommato si conquista un buon posto nella classifica, sia per la flessibilità della musica proposta, che per i generi, che per la bontà di alcune canzoni (Una su tutte: Eroe, il primo singolo uscito. Un vero diamante)
Tecnica: 7
Originalità: 8
A.P.: 7 1⁄2
Voto Complessivo: 7 1⁄2
Andrea (sdl)
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