Titolo Originale: Okuribito
Anno: 2008
Nazione: Giappone
Genere: Commedia
Durata: 130′
Regia: Yojiro Takita
Cast: Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Takashi Sasano
Data di uscita cinematografica: 9 Aprile 2010 (Italia)
Distribuzione: Tucker FIlm
Soggetto: Coffinman, The Journal of a Buddhist Mortician di Aoki Shinmon
Musica: Joe Hisaishi
Premio Oscar come miglior film straniero 2009.
Okuribito. Il titolo originale di questo film giapponese racchiude l’essenza di 130 minuti passati tra ritmi scanditi come quelli delle sillabe della lingua del Sol Levante e i delicati rituali di un nokanshi, un tanatoesteta, che prepara i corpi per il loro ultimo viaggio.
Pronunciate la parola okuribito. Vi viene da ridere? È l’ilarità di un termine straniero che ci fa pensare ai cartoni animati o al pesce crudo, a una cultura molto lontana da noi che un po’ ammiriamo e un po’ prendiamo in giro. Proprio quest’ironia pervade tutto il film che parla di morte con toni leggeri, ma senza scadere mai nella trivialità.
Daigo (Masahiro Motoki) è un giovane violoncellista che si vede costretto a smettere di suonare dopo lo scioglimento della sua orchestra di Tokyo. In cerca di una nuova identità lavorativa, ritorna con la moglie Mika (Ryoko Hirosue) nel suo paese natio, Sakata, e accetta di diventare l’assistente del vecchio Sasaki (Tsutomu Yamazaki) proprietario di un’agenzia di necrocosmesi. Quelle mani che prima si muovevano sulla tastiera, scivolando sulle corde e tenendo ben saldo l’archetto, si ritrovano ora a truccare volti freddi e a vestire corpi destinati a decomporsi.
Il paese mormora. Mika è ignara di tutto. E Daigo comincia piano piano ad appassionarsi a un lavoro che mai avrebbe pensato di svolgere. Toccare la morte con le proprie mani sembra dare un senso alla vita stessa. Dal rapporto tormentato con il padre, fino al sogno di diventare un musicista professionista, Daigo cerca di capire cosa vuole veramente “fare da grande”.
Departures/Partenze (il pun del titolo inglese è una chicca da scoprire guardando il film!) è la storia di un uomo e della sua mediocrità, del suo voler essere artista pur non avendo sufficiente talento e infine della scoperta che l’arte è dentro ogni mestiere: non è quello che si fa, ma come lo si fa ad avere valore.
Prestate orecchio alla colonna sonora di Joe Hisaishi, pietra miliare della musica nipponica e autore delle colonne sonore di Dolls, Il mio vicino Totoro, La città incantata, Il castello errante di Howl e del più recente Ponyo sulla scogliera.
Voti
Effetti Visivi: 8
Regia: 8
Audio: 8
Storia: 8
Character: 8
Apprezzamento personale: 9
Voto complessivo: 8
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